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News Pollino

Creato: Mercoledì, 27 Gennaio 2021 15:51 | Rate this article
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La galaverna vista da lontano

Galaverna vista da lontano

Foto del bosco di Pollinello con la galaverna che ricopre i pini loricati secolari in cresta.

PH. Gaetano Sangineti

Creato: Domenica, 27 Dicembre 2020 12:19 | Rate this article
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Le contrade di Castrovillari

Castrovillari e le sue Contrade

Castrovillari è il centro più popoloso del parco Nazionale del Pollino con un'estensione di 130 km² e con circa 22.000 abitanti, si pone al confine con la Basilicata proprio sotto la catena montuosa del Pollino. Il suo territorio si sviluppa da nord a sud toccando le vette del Pollino con i 2267 del Monte Dolcedorme fino a scendere verso la Piana di Sibari.

Il territorio di Castrovillari è suddiviso in ben 66 contrade che qui di seguito elenco:

  1. Vallone Vascello
  2. Fagosa
  3. Acqua Sparsa
  4. Monte Pollino
  5. Manfriana
  6. Canale del Cornale
  7. Fauciglio
  8. Cerasullo
  9. Torre di Giorgio Manfriano
  10. Crancia di Sopra
  11. Crancia di Sotto
  12. Petrosa
  13. Petrosa Commenda
  14. Crancia
  15. Fossa del Lupo
  16. Petrosa sopra Fabbriche
  17. Sopra Pietà
  18. Angelo
  19. Vallina
  20. Fabbriche
  21. Porcione Fabbriche
  22. Schiavello
  23. Torre Monaci
  24. Domenica
  25. Galluccio
  26. Feliceto
  27. Cuture – Belloluogo
  28. Sebastiano
  29. Annunziata – S. Rocco
  30. Mulianni
  31. Mussorito
  32. Pacatizze
  33. Calandrino – Pietrapiana
  34. Valle Marino
  35. Ferrocinto
  36. Trapanata
  37. Pontenuovo
  38. Carpanzacchio
  39. Elia
  40. Venere – Piano delle Rose
  41. Archidero
  42. Ponte
  43. Palombari
  44. Brunetta
  45. Pimpinello
  46. Lacco
  47. Pantano
  48. Maroglio
  49. Maffia
  50. Magnapoco
  51. Scaraporci
  52. Bianchino
  53. Salso
  54. Celimarro
  55. Chiurazzo – Cammarelle
  56. Dolcetti
  57. Vulgaro
  58. Foresta
  59. Arancia
  60. Salso
  61. Varco l’Amendola
  62. Mattina
  63. Camerata
  64. Ciriaco
  65. Panilongo
  66. Cammarata

 

Le contrade su citate sono riportate graficamente nell'immagine successiva, rendendo l'idea di come risulta minuziosamente suddiviso il territorio comunale.

Gaetano Sangineti

Creato: Mercoledì, 28 Ottobre 2020 14:26 | Rate this article
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La leggenda di Epeo di Lagaria


La leggenda di Epeo di Lagaria


Circa tremila anni fa nei pressi del territorio ove poi fu fondata Sibari, una nave di guerrieri greci di ritorno in patria dalla guerra di Troia, stanchi per il lungo viaggio che le tempeste ed i venti del mare Ionio avevano allungato fino alle coste dell’Italia, approdarono nella fertile piana abitata dalle genti Enotrie. Dalle navi cariche di uomini, di armi e di tesori portati via da Troia, discesero uomini in cerca di viveri e di riposo. L'incontro con i guerrieri italici vide abbassarsi le lance in segno di pace ed aprire le porte del villaggio a banchetti e festeggiamenti in onore degli ospiti provenienti dal mare greco, come spesso avveniva con i mercanti micenei, fenici, adriatici e delle terre italiche del nord.


Tra gli uomini che sbarcarono Epeo, lottatore tra più forti ed artista di statue di dei e del cavallo che è causò la caduta di troia, colpito dalla bellezza dei luoghi e dall'ospitalità di questo popolo, decise di fermarsi in questa terra unendosi, con altri a lui fedeli, agli enotri nella fondazione di una nuova città che volle chiamare Lagaria in onore di sua madre.


Epeo dedicò le sue armi e gli strumenti serviti per il cavallo in un tempio che volle consacrare ad Atena che gli italici identificarono nella dea che adoravano presso l'acropoli della città con libagioni d'acqua ed offerte di tessuti intrecciati al telaio da fanciulle.
Egli visse a lungo con gli enotri insegnando ai giovani l'arte della lavorazione del legno ed i segreti della lotta e della guerra cui aveva assistito durante l'assedio di troia, ma ammaestrò anche gli enotri al sui benefici di una pacifica integrazione tra genti e popoli diversi e sul culto degli dei. Quando Epeo morì gli enotri ormai lo consideravano un membro tutelare della loro comunità e fu così che trecento anni dopo quando arrivarono sulle coste ioniche i coloni di Sibari, la presenza di scultori e carpentieri con ruoli di alto rango sociale tra i cittadini di Lagaria ispirò sia i greci che gli enotri a riprendere il suo mito come simbolo di integrazione e di pace.

 

Parco archeologico didattico di Atena ed e Timpone motta - Macchiabate di Francavilla Marittima

Dott. Paolo Gallo


https://itinerariabruttii.it/