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EnoGastronomia

Maccheroni ai Ferri

Maccheroni ai Ferri

(Maccaruni a Firritto)

In occasione dei giorni di festa, immancabile è la pasta fatta in casa, a Castrovillari una coppia di amici Carla e Francesco ci mostrano come si fa dandoci la ricetta e mostrandoci alcune fasi attraverso delle foto.

Su di una tavola di legno, si prendono dei pugni di farina, tanti quante persone si prepara, tra bei pugni abbondanti; successivamente si raccoglie la farina creando una montagnola, la si fora al centro e vi si versa un bicchiere e mezzo di acqua calda (non bollente), si aggiunge un pizzico di sale e poi si impasta con le mani.

Versione in dialetto "Castruviddaro"
Sì pigghino i puini i farina a quante pirsune sisi se sisi tri asa pigghià tri belli puini i farina, doppo asa fa nu bello munziddo i farina si ci fa nu buchiniddo minzo e si ci mitte acqua cavuda "non vuddenda", na pizzicata i salo e pù si m'baste culle mane...

 

Si crea successivamente una palla che verrà successivamente lavorata a mano.

Dopo averne tagliato un pezzo, la si stende e allunga:

Se ne tagliano dei tocchetti:

Successivamente si lavora la pasta utilizzando un ferro, per come viene mostrato nell'immagine animata:

Ed ecco il risultato, pronto per essere cucinato:

Poi ognuno ha le sue ricette... buon appetito.

Carla & Francesco Carbone

 

Cuddrura salata

Cuddrura salata 

 

Dopo tanti dolci ecco una variante salata del dolce simbolo della Pasqua in Calabria, la "cuddrura salata", la tradizione nel borgo di Morano Calabro vuole che questa pietanza venga consumata il giorno della Santa Pasqua.
Il suo nome deriva dal greco kollura, per la sua forma circolare, nell'antichità ne venivano realizzate di grandezze diverse, la più grande veniva donata al capo famiglia in segno di rispetto e venivano posti in essa anche le uova.

Mariella Rose


#perladelpollino

"A Cuddùra" il dolce di Pasqua


"A Cuddùra" il dolce di Pasqua

 

  

La Cuddùra rotonda presenta le uova sode una per ogni componente della famiglia


La Cuddùra è uno dei dolci della tradizione pasquale in Calabria. Trattasi di un dolce “speciale” poiché lo si prepara durante la Settimana Santa e che dovrà esser pronta per il Venerdì Santo o per il giorno di Pasqua. Una delle cose fondamentali è inserire nell'impasto, come decorazione, delle uova intere (senza togliere il guscio) in segno di buon auspicio. Tali “regole” conferiscono un significato simbolico al dolce che richiama la fine del periodo di digiuno quaresimale e ricorda la resurrezione di Cristo.
Numerose sono le “usanze”, come la forma che viene data al dolce, come le iniziali dei nomi dei familiari, di pesce, di gallina, di un paniere, di colomba o ancora di piccolo bebè, tutti rigorosamente con la presenza dell'uovo!

Altre forme come “U Cicio i Pasca”  venivano preparate per i bambini.


L’uovo diventa fondamentale per la tradizione pasquale, in quanto oggetto ricco di significati che ritornano dalla notte dei tempi.

  • Nelle popolazioni antiche, l’uovo simboleggiava l’unione della terra con il cielo, che si fondeva in un’unica creazione.
  • Per gli antichi egizi l’uovo era simbolicamente il fulcro dei quattro elementi: terra, acqua, aria e fuoco.
  • Nelle tradizioni pagane e mitologiche l’uovo rappresenta la rinascita, legandosi anche al sopraggiungere della primavera, e del rifiorire/rinascere della natura, quindi simbolo di fertilità ed abbondanza.
  • Con il cristianesimo l’uovo è simbolo di vita e di rinascita proprio in rapporto alla Pasqua, in cui si celebra la risurrezione di Gesù Cristo.

 

Ingredienti:
1 kg di farina, 250 gr. di zucchero, 100 gr. di strutto,
5 uova, 3 uova sode, 40 gr. di lievito di birra, 1 litro di latte, buccia
grattugiata di un limone non trattato.

 

Le Crucette di Fico

Le Crucette di Fico


Le “crucette” fanno parte di una tradizione centenaria, che si tramanda nelle famiglie calabresi da madre in figlia.
L’idea di farvi conoscere questa ricetta prende spunto dalla lavorazione e preparazione dei fichi, che avviene proprio in questo periodo dell’anno.


Paniere di fichi freschi appena raccolti



“cannizzo” di fichi fatti seccare al sole


Ma la produzione è così tanta che la gran parte dei fichi viene aperta a metà e fatta essiccare al sole sui cosiddetti “cannizzi”, (graticci di canne unite da fil di ferro) in modo tale da far fuoriuscire tutta l’umidità presente all'interno del frutto, che diviene, così, conservabile per tutto il resto dell’anno. Quella dell'essiccazione è una fase molto delicata, poiché i fichi vanno rivoltati più volte nell'arco della giornata, per far sì che la disidratazione avvenga in maniera uniforme.
Una volta disidratati sono pronti per essere lavorati!

 

Preparazione “crucette”

Occorre, a questo punto, armarsi di tanta pazienza e, dopo aver selezionato con cura i fichi più grandi, è necessario dividerli, uno alla volta, manualmente a metà.
Ma non finisce qui!

Il fico viene riempito con una mandorla o con un gheriglio di noce, con aggiunta di un pezzetto di buccia di cedro o limone, successivamente vi si sovrappone un altro fico, pressandolo manualmente.

Preparazione delle "crucette"

 

Particolare ripieno delle “crucette”



A questo punto altri due fichi vengono sovrapposti ai primi due, in modo tale da formare una croce (la “crucetta”).


Particolare della sovrapposizione dei fichi

Ultimo passaggio della sovrapposizione dei fichi con le sapienti mani della Signora Teresa

Lavorazione ultimata le “crucette” sono pronte!


Cottura nel forno delle “crucette”


Le “crucette”, così preparate, vengono infornate, con foglie di limone, a 180° per circa quindici minuti, fino ad ottenere una colorazione dorata.Quest’ultima fase consente di caramellare lo zucchero presente nei fichi e, l’ulteriore essiccazione che ne consegue, produce un effetto di sterilizzazione del frutto.
Gli aromi che vengono sprigionati dalle bucce di limone, grazie all'elevata temperatura, permettono una conservazione naturale del prodotto, donandovi un sapore assolutamente unico.

Nell'antichità le “crucette” venivano fatte cuocere nel forno a legna; le contadine calabresi, con grande maestria, riuscivano a gestirne la cottura, senza farle bruciare.


Ingredienti aromatici per la conservazione delle “crucette”


Conservazione ultima delle “crucette” con Sambuca, cannella e foglie di alloro!


Una volte sfornate, vengono, ancora calde, conservate in capienti barattoli di vetro, con una spolverata di cannella e bagnate con liquore alla sambuca.


Le “crucette” , per la popolazione contadina, rappresentavano il simbolo delle festività più importanti, poiché era uno dei pochi dolci che poteva permettersi nel periodo natalizio ed in quello pasquale.

Copertura al cioccolato delle “crucette”

Essicazione del cioccolato fondente che ricopre le “crucette”


La versione più golosa si ottiene ricoprendo le “crucette” di cioccolato fondente sciolto a bagnomaria.


Le “crucette” esposte sul buffet 


Vi è venuta l’acquolina in bocca?


Per questa ricetta ringraziamo Nadia e Simone Di Marco da Praia a Mare titolari dell'Hotel Blu Eden, che ci aspettano per farci trascorrere meravigliose vacanze tra il bellissimo Mar Tirreno e il Parco Nazionale del Pollino.

L'Hotel Blu Eden e' una struttura classificata con 3 stelle superior, che si trova in un punto strategico a Praia a Mare, ai piedi del grande Parco del Pollino a circa 800 mt dal mare, di fronte la suggestiva Isola “Dino” sulla S.S.18 che permette di raggiungere in pochissimo tempo le rinomate cittadine della Riviera dei Cedri. E’ un oasi di Paradiso Terrestre, da anni impegnata nella salvaguardia dell'ambiente e raccomandata per questo da Legambiente.

www.blueden.it

 

 

Il liquore al Mirto Calabrese

Il liquore al Mirto Calabrese


Chi non ha bevuto, almeno una volta nella vita, il liquore al mirto di Sardegna? Magari a fine pasto, ghiacciato o come aperitivo.

Ma lo sapevate che il mirto esiste anche in Calabria?
Eh già, qui a Praia a Mare, proprio nella città dell’isola Dino, cresce spontaneamente questo arbusto con bacche molto aromatiche, tipico della macchia mediterranea, famosissimo per il liquore prodotto dai suoi frutti.
Infatti la raccolta avviene nel periodo invernale, nei mesi di Dicembre e Gennaio.
La preparazione di questo liquore, digestivo e molto rinfrescante è molto semplice, ma un po’ lunga.
Vengono raccolte innanzitutto le bacche di mirto e successivamente vengono poste in un recipiente a chiusura ermetica.

Vengono ricoperte di alcool e messe in un posto buio, dove riposeranno per 40 giorni, durante i quali, il recipiente verrà, di tanto in tanto, agitato.
Trascorso questo tempo, l’alcool verrà filtrato dalle bacche di mirto, che saranno strizzate delicatamente con un canovaccio.



Terminata la macerazione nell'alcool, verrà preparato uno sciroppo facendo bollire l’acqua e facendovi sciogliere dello zucchero.
Una volta ottenuto lo sciroppo si farà raffreddare e poi verrà miscelato con l’alcool aromatizzato.
Dopo aver filtrato di nuovo il tutto, il liquore verrà imbottigliato e lasciato riposare per un paio di mesi in un luogo fresco.
Una bevanda fresca e dissetante, servita a fine pasto rigorosamente ghiacciata che sarà “la ciliegina sulla torta”, dopo aver degustato i piatti della nostra cucina.


Gli ingredienti utilizzati al Blu Eden sono i seguenti:

  • 600 gr. di bacche di Mirto molto mature;
  • 600 gr. di zucchero;
  • 1 lt di acqua;
  • 1 lt di alcool puro a 90°


Vi abbiamo già fatto venire l’acquolina in bocca? Venite ad assaggiarlo insieme a noi!

Per questa ricetta ringraziamo Nadia e Simone Di Marco da Praia a Mare titolari dell'Hotel Blu Eden, che ci aspettano per farci trascorrere meravigliose vacanze tra il bellissimo Mar Tirreno e il Parco Nazionale del Pollino.

 



L'Hotel Blu Eden e' una struttura classificata con 3 stelle superior, che si trova in un punto strategico a Praia a Mare, ai piedi del grande Parco del Pollino a circa 800 mt dal mare, di fronte la suggestiva Isola “Dino” sulla S.S.18 che permette di raggiungere in pochissimo tempo le rinomate cittadine della Riviera dei Cedri. E’ un oasi di Paradiso Terrestre, da anni impegnata nella salvaguardia dell'ambiente e raccomandata per questo da Legambiente.

www.blueden.it

 

Prodotti tipici dal Pollino

Prodotti tipici dal Pollino

Foto di Rosanna La Regina

Il Parco Nazionale del Pollino offre una moltitudine di paesaggi e contesti naturalistici e culturali. Tale abbondanza la si ha anche nei prodotti tipici locali. L’agricoltura è sa sempre volano di sostentamento, lavoro e sviluppo. E qui ancora oggi è possibile beneficiare di questa antica “arte” degustando l’essenza del territorio, grazie alla moltitudine di prodotti offerti.
I prodotti lattiero-caseari.
L’allevamento allo stato brado e semibrado nel territorio del Pollino, ha visto capre e pecore cibarsi delle più svariate erbe spontanee e profumate che hanno permesso di avere una produzione di un latte eccellente e dei suoi gustosi derivati.
Diversi sono i formaggi freschi e stagionati dell'area come:
• il pecorino a pasta dura: ottenuto dalla trasformazione di latte ovi-caprino e prodotto con latte di
pecora intero e crudo tra il 50 ed il 90%, ma che può arrivare al 100% nel nei formaggi ovini.
• il paddaccio: formaggio di latte di pecora e capra (produzione stagionale) lavorato a mano,
senza stagionatura e non salato, viene prodotto nei comuni di Rotonda, Viggianello e
Terranova di Pollino.
• la ricotta infornata: viene realizzata nel versante calabrese del Pollino. Viene cotta in forno in contenitori di terracotta dopo essere stata sottoposta a salatura a secco.
Prodotti ortofrutticoli.
Molto varia l’offerta dei prodotti ortofrutticoli eccone un piccolo esempio:
• I fagioli bianchi: il tondino, il poverello bianco di Rotonda (DOP).
• La melanzana rossa di Rotonda: presidio slow food dal 2002 (DOP).
• Il peperone di Senise: prodotto a Senise ed in altri dodici paesi della valle del Sinni (IGP).
I salumi.
• La soppressata: prende questo nome proprio perché viene sottoposta a pressatura; di colore rosso vivo, presenta delle variabili locali. Calabria: sale, pepe e peperone rosso dolce o piccante. Basilicata: sale, pepe nero e bianco.
• La salsiccia: prodotta con carni di primissima scelta, l'impasto viene arricchito da semi di finocchietto selvatico e peperone di Senise in polvere.
I Prodotti da forno
• I panifici del Pollino ancora oggi offrono i profumi e i sapori del passato che rimandano alla loro genuinità.
• Il pane di Cerchiara di Calabria: profumato fragrante e piacevole anche dopo dieci giorni. Realizzato con lievito madre, la farina di grano per il 60%, crusca per la restante parte, acqua del Pollino e cottura a legna. Il tarallo: dalla forma ad otto.
• La fresa: detta anche fresella, la troviamo realizzata con grande varietà. Di forma piatta o a ciambella, rotonda o rettangolare, biscottata e croccante.
• Biscotti e dolci tipici: una serie interminabile di varianti, ma merita una menzione il dolce tipico della tradizione pasquale, ovvero un “pane dolce” detto "piccidat", tipico di tutta l'area del pollino.
• Pasta fresca e secca: viene prodotta in molteplici formati ed ottenuta secondo ricette tradizionali, con la semola. Altra menzione va fatta per il “mischiglio”, realizzato con farina composta da ceci, orzo, semola di grano duro, fave e avena.
Altri prodotti:
Olio di oliva: con attente opere di selezione della materia prima e di lavorazione che danno garanzia di sapore e genuinità.
Miele: molteplici sono le varietà in cui viene prodotto, trova la sua eccellenza nel millefiori.
Marmellate: di esclusiva produzione artigianale, realizzate con frutta fresca come le fragoline di bosco, more selvatiche e sambuco.
Liquori: il fragolino, finocchietto, alloro, more, sambuco e liquirizia. Menzione particolare per in prodotto di eccellenza “Il moscato di Saracena”, presidio slow food dal 2002, ottenuto da uve moscatello, guarnaccia, malvasia e profumatissima odoacra.

Baccalà con peperoni cruschi

Baccalà con peperoni cruschi

Direttamente dalle pendici del Pollino, più precisamente da Morano Calabro, uno dei borghi più belli non solo del Pollino ma d'Italia, ci arriva questa ricetta, o per meglio dire un piatto della tradizione!

Il baccalà con peperoni cruschi, che ci raccomanda uno dei ristoranti più frequentati di Morano, Ristorante da Renato che ringraziamo per averci regalato questo tuffo nel gusto e nella tradizione.

 

Ricetta per 4 persone:

600 grammi di baccalà  (meglio se con la spina)

8 peperoni secchi

10 olive nere al forno 

1 spicchio d'aglio

2 foglie alloro

olio d'oliva quanto basta

 

Tempo cottura 10 minuti circa.

Biscotti della Dea

Biscotti della Dea Atena di Lagaria

Ecco una ricetta che il Prof. Paolo Gallo ci regala, una ricetta che proviene dal passato.

In tutta la Magna Grecia si consumavano grandi quantità di dolci che venivano preparati ad offerti durante le festività religiose e le cerimonie sacre presso i templi.
Tra questi alcuni biscotti all'anice impastati con miele che potevano avere diverse forme a volte anche come delle statuette.

Ingredienti:
• 120 grammi di Olio di Oliva
• 370 grammi di Farina
• ¼ cucchiaino di Sale
• 1 cucchiaino di Semi di Anice
• 4 cucchiai di estratto di Anice
• 70 grammi di Nocciole
• 100 grammi di Miele

Marchi di qualità e Parchi

 
  MARCHI DI QUALITA' 
 

I marchi di qualità italiani conosciuti a livello nazionale ed europeo che contraddistinguono il grande patrimonio di prodotti tipici italiani:

Dop

DOP - Denominazione d'Origine Protetta

Marchio di Qualità Europeo

La Denominazione d'Origine Protetta (DOP) identifica la denominazione di un prodotto la cui produzione, trasformazione ed elaborazione devono aver luogo in un'area geografica determinata e caratterizzata da una perizia riconosciuta e constatata.

Igp

IGP - Indicazione Geografica Protetta

Marchio di Qualità Europeo

In l'Indicazione Geografica Protetta (IGP), il legame con il territorio è presente in almeno uno degli stadi della produzione, della trasformazione o dell'elaborazione del prodotto. Inoltre, il prodotto gode di una certa fama.

Stg

STG - Specialità Tradizionale Garantita

Marchio di Qualità Europeo

Una Specialità Tradizionale Garantita (STG) non fa riferimento ad un'origine ma ha per oggetto quello di valorizzare una composizione tradizionale del prodotto o un metodo di produzione tradizionale.

 

PAT - Prodotti Agroalimentari Tradizionali

Marchio di Qualità Italiano

Rappresentano un biglietto da visita dell'agricoltura italiana di qualità. Con il termine s'intendono quei prodotti agroalimentari le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni.

 

DOCG - Denominazione di Origine Controllata e Garantita

Marchio di Qualità Italiano

La Docg (Denominazione di origine controllata e garantita) è un marchio che viene attribuito ai vini DOC, riconosciuti tali da almeno 5 anni, di "particolare pregio qualitativo" e di notorietà nazionale e internazionale. Questi vini vengono sottoposti a controlli più severi, debbono essere commercializzati in recipienti di capacità inferiore a 5 litri e portano un contrassegno dello Stato che dà la garanzia dell'origine, della qualità e che consente di numerare le bottiglie.

 

DOC - Denominazione di Origine Controllata

Marchio di Qualità Italiano

Questo sistema di certificazione della qualità, in seguito all'entrata in vigore europea nel 1992 dei marchi DOP, IGP e STG, è stato utilizzato esclusivamente per contraddistinguere i vini di qualità. Il marchio DOC viene attribuito ai vini prodotti in zone delimitate, di solito di piccole e medie dimensioni, con indicazione del loro nome geografico. Di norma il nome del vitigno segue quello della Doc e la disciplina di produzione è piuttosto rigida. I vini Doc sono immessi al consumo soltanto dopo approfondite analisi chimiche e sensoriali.

 

 

IGT - Indicazione Geografica Tipica

Marchio di Qualità Italiano

Anche questo marchio, dopo il 1992, è riservato ai vini caratterizzati da un'indicazione geografica, che può essere accompagnata o meno da menzioni (ad esempio del vitigno). E' contraddistinta da zone di produzione normalmente ampie e da una disciplina di produzione meno restrittiva delle precedenti.

Biologico
Vecchio logoBiologico

BIO - Agricoltura Biologica

Marchio di Qualità Europeo

I consumatori che comprano i prodotti che portano il logo europeo possono essere certi che:
   - almeno il 95% degli ingredienti sono stati prodotti con metodo biologico;
   - il prodotto è conforme alle regole del piano ufficiale di ispezione;
   - il prodotto proviene direttamente dal produttore o è preparato in una confezione sigillata;
   - il prodotto porta il nome del produttore, l'addetto alla lavorazione o il venditore e il nome del codice dell'organismo di ispezione.

Slow Food

Presidi Slow Food

I Presidi sostengono le piccole produzioni eccellenti che rischiano di scomparire, valorizzano territori, recuperano mestieri e tecniche di lavorazione tradizionali, salvano dall'estinzione razze autoctone e antiche varietà di ortaggi e frutta. I Presidi coinvolgono direttamente i produttori, offrono l'assistenza per migliorare la qualità dei prodotti, facilitano scambi fra Paesi diversi e cercano nuovi sbocchi di mercato (locali e internazionali).

Enogastronomia del Pollino.... e non solo...

Questa sezione del sito è dedicata all'Enogastronomia del Pollino, dove prodotti tipici, ricette, vini e quant'altro proviene da questo territorio sarà  protagonista.

La sezione inoltre ospiterà anche ricette o prodotti che provengono da altre zone ma che presentano un legame con il territorio del Pollino, e sarà interessante oltre a poter leggere delle varie ricette, apprendere dei prodotti di eccellenza che madre natura e il lavoro di appassionati e pazienti mani, realizzano per noi!