Salamandrina dagli occhiali
Salamandrina terdigitata
Foto Gigi Poerio
Una piccola amica nel Parco del Pollino è la inconfondibile salamandrina dagli occhiali nei pressi dei corsi d’acqua incontaminati.
La Salamandrina dagli occhiali è un anfibio della famiglia Salamandridae. La piccola salamandra si presenta affusolata ma con accentuati solchi intercostali, una testa lunga e con occhi chiaramente sporgenti. La coda ha forma cilindrica con un chiaro rilievo dorsale, nel complesso molto lunga. Nelle zampe posteriori presenta 4 dita mentre la sua pelle molto rugosa con verruche sporgenti facendola apparire segmentata. Parte superiore bruna o nera con “decorazioni” triangolari gialle e a volte rosse sul capo. Parti inferiori chiare con macchie scure all’altezza del ventre e gola nera. Caratteristica è negli adulti la parte inferiore della coda e delle zampe che presentano un colore rosso brillante. Le sue dimensioni oscillano tra i 7 e gli 11 cm.
Il suo habitat sono le zone boscose montane con ricco un sottobosco e vicino a corsi d’acqua, la troviamo fino ai 1300 mt slm. Si muove soprattutto di notte ma la si avvista a volte al crepuscolo o nelle giornate dopo le piogge. Una caratteristica è che quando si trova in pericolo arrotola la coda con lo scopo di far vedere le parti rosse in segno di minaccia, mentre se molestata a volte si finge morta. La femmina depone le uova a grappoli attaccandole alla vegetazione sommersa, i piccoli sono simili agli adulti ma respirano con le branchie. Si nutrono di invertebrati. La troviamo in tutta Italia, Sicilia e Sardegna escluse.
Foto Gaetano Sangineti
La Coccinella
Coccinella 7-punctata
Uno degli insetti più simpatici e conosciuti è sicuramente la Coccinella, nella suggestione popolare porta fortuna, ma cosa sappiamo della Coccinella?
Appartiene all'ordine dei coleotteri, famiglia crisomelidi. Prende il nome dai sette puntini neri che si trovano sulle sue elitre. Il suo aspetto con colori vivaci, nero e rosso oppure giallo, sono un segnale ai suoi predatori, difatti se disturbata secerne delle gocce di emolinfa acre che macchia la mano e lascia un forte odore per lungo tempo. La coccinella 7-punctata a differenza della maggior parte degli altri coleotteri, difatti da adulto trascorre rannicchiata e nascosta l’inverno riparandosi dal gelo e si ripresenta in marzo quando la stagione fredda sta quasi per terminare. Nel suo periodo di attività va a caccia su molte piante, soprattutto quelle attaccate dagli afidi, loro pranzo preferito oltre ad altri piccoli insetti. Utilizzate nell'agricoltura biologica come strumento nella lotta biologica per combattere le infestazioni da afidi, ottenendo una significativa riduzione di pesticidi.
Nella mitologia e suggestione le coccinelle sono legate alle dee della fortuna e dell’abbondanza, questo accostamento è dovuto al loro colore rosso, considerato di buon auspicio. Adottate perfino dalla religione cattolica, sono chiamate “gallinelle della Madonna” o “scarabei della Madonna”.
Coccinella in inglese ladybird ovvero “uccellino della donna “o “insetto della donna“ ladybug.
In russo “femmina del Signore” God’s cow.
In Finlandia il termine marienvoglein “insetto di Maria”, ha preso il posto di freyuhaena, da Freya, la dea dell’abbondanza nella mitologia scandinava.
In Italia se entra in camera da letto porta fertilità; se si posa addosso porta fortuna per un numero di mesi pari a quello di punti neri presenti sulle sue elitre rosse. Se invece si posa sulla mano di una ragazza nubile, si sposerà presto.
Nell'Europa del nord si racconta che se una coccinella sfiora una persona, presto si avvererà un suo desiderio.
Foto Gaetano Sangineti
Il Capriolo
Capreolus capreolus
Foto Stefano Saetta
Su 53 specie appartenenti alla famiglia dei Cervidi 10 vivono in Europa alcune di queste introdotte. Una di queste è proprio il Capriolo che lo ritroviamo nel Parco Nazionale del Pollino.
Identificazione: Piccolo e di corporatura snella presenta una coda poco visibile poiché nascosta dal pelo, difatti presentano una macchia sul posteriore, con forma che differisce in base al sesso, nelle femmine a cuore rovesciato, mentre nei maschi è a forma di rene. Anche nella zona della gola per entrambi i sessi sono presenti una o due macchie di colore chiaro. Nelle femmine è presente un ciuffo di peli.
Colorazione: Il mantello d'estate è di colore marrone rossastro, con la parte posteriore giallastra; in inverno è invece marrone grigiastro con la parte posteriore bianca. Le corna presentano tre punte, sono completamente sviluppate a maggio e cadono in novembre-dicembre. Le femmine sono più piccole dei maschi; i piccoli presentano piccole macchie. Il verso del maschio è una sorta latrato molto acuto, mentre le femmine e i piccoli emettono dei fischi. La lunghezza va dai 95 ai 135 cm. L’altezza va dai 65 ai 70 cm. Il peso oscilla tra i 15 e i 27 kg.
Habitat & Comportamento: Zone boscose con radure e arbusti. È attivo sia di giorno che di notte, e predilige muoversi soprattutto al crepuscolo. Veloce ma poco resistente. In estate vive in modo solitario o in piccoli gruppi familiari mentre d’inverno tende a riunirsi in branchi. L’accoppiamento avviene tra luglio e agosto, e i piccoli, 1 - 2 per parto, vengono alla luce tra maggio e giugno. Sono allattati dalla madre per 2 - 3 mesi, e dopo un anno sono indipendenti. L’età media è di 16 anni.
Alimentazione: Erbe, foglie, germogli, faggiole, ghiande, castagne, frutta, frutti di campo e cereali.
Distribuzione: In Italia è presente soprattutto nella parte nordorientale, in molte zone dell’Appennino settentrionale sono presenti popolazioni introdotte. Altri nuclei sono quelli di Castel Porziano, nel Gargano e nei monti dell’Orsomarso nel Parco Nazionale del Pollino.
Foto Stefano Saetta
Il Capriolo presente nell'area del Parco Nazionale del Pollino presenta per il parco una funzione ecologica molto importante per l’ecosistema, in quanto, preda del lupo.
Il Capriolo del Pollino detto “Capriolo dell’Orsomarso” è una sottospecie autoctona di rilevanza scientifica, il Capriolo italico (Capreolus capreolus italicus).
Negli anni ’70, del Capriolo nel Pollino, si persero le tracce fino ad ipotizzare la sua scomparsa. Ma negli anni ’80, torna a farsi vedere nei cosiddetti Monti di Orsomarso, che vanno dal gruppo montuoso Caramolo, Palanuda a quello del Pellegrino, Mula e Montea, dove il territorio impervio ed incontaminato ha consentito la sopravvivenza di alcuni esemplari e negli ultimi tempi il numero sta crescendo.
Libellula o Damigella
Calopteryx splendens - Foto Gaetano Sangineti
Le libellule appartengono all'ordine degli Odonati “dal greco: mandibole dentate” si dividono in due gruppi principali: gli Anisotteri, o “vere libellule”, e gli Zigotteri o "damigelle". Presentano il corpo allungato, occhi grandi, antenne corte e due paia di ali trasparenti.
La distinzione avviene facilmente da posate poiché:
• Le libellule tengono le ali aperte e orizzontali.
• Le damigelle tengono le ali verticali e chiuse sopra il corpo.
Vivono nelle vicinanze dell'ambiente acquatico, si nutrono di insetti che catturano in aria, mentre gli esemplari giovanili “ninfe” vivono in acqua e si nutrono di insetti e girini.
Quando la larva diviene matura, passa alla fase successiva “la metamorfosi” così la “ninfa” si arrampica fuori dall'acqua ed in pochi giorni, si evolverà in un insetto adulto. Curiosità la loro fase di sviluppo può durare fino a 5 anni.
Le libellule:
• riescono a battere le ali anche 20 volte al secondo.
• possono arrestarsi istantaneamente.
• sanno librarsi immobili.
• possono volare all'indietro ma per brevi tratti.
Le Damigelle
• hanno vari colori.
• sono più piccole di dimensioni.
• sono più numerose delle libellule.
• hanno forma più slanciata, leggera e aggraziata.
• praticano un volo più lento.